Cenni storici

Napoli e i Saraceni, una storia lunga un secolo

“Quatto, li luoche de la Sarracina: Puortece, Crumano (San Giorgio a Cremano), la Torre (del Greco) e Resina”, un adagio antico che indicava i luoghi in Provincia di Napoli, dove si stanziarono gli arabi.

Già dal lontano VIII secolo i Saraceni iniziarono le loro rapide incursioni sulle coste della Campania. Il mare separò ma unì anche i popoli arabi a Napoli e alla sua provincia in più occasioni e in una relazione complessa, fatta di vittorie e disfatte, di integrazione e di ghettizzazione dall’una e dall’altra parte.

Nell’agosto dell’anno 846, una flotta musulmana, comandata dal temibile Muhammed al-Ta­libi e composta da 73 navi partite dai porti siciliani e con a bordo 500 cavalli ed altret­tanti cavalieri, portò sulla spiaggia di Miseno numerose squadre di predatori. La rapidità dell’incursione dei pirati saraceni fu tale da impedire qualsiasi inter­vento dei militi del ducato di Napoli.

Successivamente Il duca di Napoli Sergio I mandò la sua flotta, composta dalle navi di Napoli, Amalfi, Sorrento a Gaeta al comando del suo secondogenito Cesario Console, che riportò sulla flotta saracena una travolgente vittoria nelle acque del porto assediato. Molti va­scelli nemici furono affondati, altri incapparono in una furiosa tempesta. L’ammiraglio Cesario Console e la flotta rientrarono nel porto di Napoli accolti trionfalmente; era il momento dell’integrazione e della convivenza.

L’attuale piazza Mercato era detta all’epoca il campo dei Saraceni. Fra le tende degli arabi, i napoletani acquistavano spezie e prodotti importati dal mare come in un bazar. Cominciò proprio qui a nascere lo spirito di comunità e di integrazione dei napoletani con i popoli stranieri.

Quella dei Sarracini è stata una storia lungo un secolo, ma c’è da dire che le incursioni proseguirono anche nei secoli successi al Medioevo e a partire dal XVI secolo nuove aggressioni ai danni delle coste furono attuate dai pirati turchi che segnarono un po’ la storia dell’intero Mediterraneo. Nuove invasioni ma anche nuovi momenti di interazioni e di commistioni di stili e culture che hanno assegnato definitivamente quel volto poliedrico ed unico del golfo tirrenico.

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